L'alluvione del 25 ottobre 1954

Pubblicato in Cava Ieri Etichettato sotto Scritto da Matteo

La pioggia comincio' a cadere con intensità dalle 13 del 25 ottobre 1954, diventando più intensa verso le 17 Le precipitazioni aumentarono sempre piu' fino ad assumere le caratteristiche di un nubifragio, raggiungendo la massima intensità verso mezzanotte e proseguirono tutta la notte: le piogge furono talmente abbondanti che in 24 ore erano caduti più di 500mm di pioggia.


La zona maggiormente colpita fu quella della costiera amalfitana fino a Salerno e precisamente Vietri sul mare,Cava de' Tirreni, Salerno, Maiori, Minori e Tramonti. I danneggiamenti furono immensi: frane, voragini, ponti crollati, strade e ferrovie distrutte in piu' punti, case spazzate via, scantinati allagati. Si calcolarono danni intorno ai 45 miliardi di lire.
La furia delle acque causo' estese frane,una delle quali, staccatosi dal pensio di un mopnte da poco disboscato, spazzò via il villaggio di Molina. I due torrenti Bonea e Cavaiola provenienti da Cava trascinarono a mare una quantità dui detriti tali da creare l'attuale spiaggia di Vietri.
Tutta la costa del Salernitano comunque cambio' il suo aspetto. In tutto si contarono (fra morti e dispersi) 318 vittime, 250 feriti e circa 5.500 senzatetto. A Cava le vittine furono 37.
La televisione aveva da poco iniziato la sua programmazione in Italia e pochi l'avevano gia' in casa. Le notizie allora arrivavano con minore celerità di oggi. Fu uno spettacolo terrificante: un enorme ammasso di fango alto fino alle insegne dei negozi e al loro interno masserizie di ogni genere e purtroppo cadaveri. 
Subito dopo la tragedia partirono subito i soccorsi e furono donati svariati milioni in beneficenza, grazie alla Catena della Fraternità. Dopo qualche giorno arrivo' in visita di solidarietà sia il Presidente della Repubblica Luigi Einaudi sia Angelo Roncalli, il futuro Papa Giovanni XXIII. 
Mentre in Italia si celebrava il ritorno di Trieste all'Italia, a Salerno e provincia cominciava a delinearsi i dati di un'autentica tragedia.

( da articolo su Ascolta n. 192 di Don Natalino Gentile- Abbazia Benedettina)

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