Le tradizioni

I distretti de la Cava

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Ecco i quattro distretti de la Città de la Cava:

Distretto Pasculanum (detto anche di Pasciano o Passiano)

Comprende tutta la parte occidentale del Borgo compresa tra la zona di S.Francesco, i Pianesi,Sant'Arcangelo, Casa Longo,Licurti,Passaino,Santa Lucia e Sant'Anna

 

Distretto Corpo di Cava

Il Corpo di Cava e tutte le zone di Dragonea,Iaconti,Vallone,Tresara,Benincasa,Albori,Fuenti e Cetara

 

Distretto di Sant'Adiutore

Tutta la parte orientale del Borgo dalla basilica della Madonna dell'Olmo a San Vito, Pregiato,San Pietro,SS.Annunziata,i casali Adinolfi, Genovesi, Rocca, Cafari, Sparani, Galise, Croce, Ferrari, Vitale, Iovene, de Rosa, de Grimaldi, de Falco, Abenante, Franco, Grisi, Sala, Orilia e pie'la Selva.

Distretto Metelliano  (detto anche Mitilianum,Mitigliano o Metiliano)

Comprende San Cesareo, Castagneto,Cesinola, Casa Costa,Casa Davide, Casa Campanil, Vetranto, Molina, Vietri, Maddalena, Casaburi, SantiQuaranta, Marini, Dupino, Alessia ed Arcara.

 

 

Il pistone e la sua storia - I gruppi di Cava

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Dallo "schioppo" ai nostri giorni: l'evoluzione di un’arma affascinante.

L' archibugio deriva dall'elaborazione e dall'evoluzione dello "schioppo", in uso col perfezionamento della polvere da sparo ad opera del monaco benedettino Bertoledo Schwarz nel 1354. Il suo nome proviene dal tedesco "hakenbuchse" (cannone ad uncino): infatti, per il peso della canna che era di bronzo e lunga, c'era una forcella che la sosteneva e che permetteva un facile puntamento. Da questo è derivato il Trombone, che si differenzia dall'archibugio per la lunghezza della canna, che è più corta e che si allarga verso la bocca, così da assomigliare ad una tromba; in realtà tale imboccatura consentiva un facile caricamento anche di notte, senza spreco di polvere.
Tale arma era usata tatticamente per la difesa dei fossati delle fortezze.

Il trombone, a seconda delle regioni, veniva differentemente chiamato Pistone, per il suo modo di caricamento (pestare), oppure Spazzacampagna o Spazzafosso, per l'effetto del suo uso il pistone (così viene correntemente chiamato a Cava) ha un peso medio di 12kg; la carica è costituita da polvere nera (salnitro 75% - zolfo 12,5% - carbone 12,5%). A pistone scarico è inserita nella canna un'asta cilindrica, generalmente di legno, con un'impugnatura di ottone chiamata correntemente "spolvera"; essa serve per pressare la polvere e la carta nella fase di caricamento.
Lo scoppio avviene mediante una capsula d'innesco a fulminato di mercurio, azionata dal cane. Nel corso delle varie epoche c'è stata una forte evoluzione nel perfezionamento dell'arma, con particolare riguardo al meccanismo d'innesco. Iniziato mediante miccia, esso è stato via via perfezionato, prima con l'acciarino a ruota (elaborato a Norimberga nel 1517), poi con l'acciarino a focile (che usava una scaglia di selce), infine con quello a percussione, che ben presto soppiantò tutti gli altri. Ciò fu possibile per la scoperta, avvenuta a Londra, di un chimico, l'Abate Forsyth, che a partire dal 1808 commercializzò liberamente il fulminato ed il meccanismo nuovo che lo utilizzava. Allo sparo, infine, si dà generalmente una spinta in avanti per compensare il forte rinculo provocato dallo sparo stesso.

 

I GRUPPI

 

Gruppo Pistonieri SANT'ANNA
Fa parte del Distretto Sant'Adiutore. Il Gruppo è stato fondato nel 1975 per volontà del compianto Luca Barba, con la disponibilità di Luigi Vitale ed Achille Ruminelli. Si ritiene che il distretto Sant'Adiutore sia uno dei più antichi: era, infatti, preesistente alla distruzione dell'antica Marcina, avvenuta nel 465 d.C.. Il Gruppo è caratterizzato dai colori bianco
e celeste; peculiarità di tale Gruppo è la presenza di numerose donne che impugnano il "pistone".


Gruppo Pistonieri SANT'ANNA ALL' OLIVETO
Fa parte del distretto Sant'Adiutore. Storia e religione s'intrecciano nella vita di questo Gruppo, che, nei colori sociali, si richiama direttamente alla Madonna del Casale di Sant'Anna: il bianco, il verde e il giallo sono, infatti, i colori del suo manto e del Suo abito. Il Gruppo è nato nel 1937 per iniziativa di Vincenzo Baldi e per volontà del priore Vincenzo Senatore. Lo stendardo raffigura il braccio armato, stemma della famiglia Baldi. Anche questo Gruppo annovera tra le sue fila la presenza di molte donne anziane.


Gruppo Pistonieri MONTE CASTELLO
Fa parte del Distretto Meteliano e, come il confratello "Borgo Scacciaventi-Croce", ha radici di sapore antico. Il Gruppo trae il nome dal Monte Castello; è stato fondato nel 1974 da Francesco Lamberti, meglio noto ai Cavesi con il nome di "Mastu Ciccio", scomparso ormai da circa cinque anni, ma nel cui segno il Gruppo continua ad operare. I colori sociali sono il rosso ed il nero, che ricordano direttamente la rievocazione della battaglia di Sarno.


Gruppo Pistonieri BORGO SCACCIAVENTI - CROCE
Fa parte del Distretto Meteliano; come suggerisce il nome, esso richiama etimologicamente la denominazione tradizionale della valle. Il gruppo è nato nel 1978, per opera del compianto Antonio Medolla, dalla fusione dei preesistenti Gruppi di Croce e Borgo Scacciaventi. Molti affermano che il Gruppo Croce sia esistito da sempre, soprattutto quale protagonista delle battaglie combattute in difesa della valle meteliana nel corso dei secoli. I colori sociali sono il bianco , il rosso ed il nero.


Gruppo Pistonieri SS. SACRAMENTO
Fa parte del Distretto Corpo di Cava. L'origine del Gruppo si ricollega alla storia più illustre di Cava, quando Pietro I, Abate del Monastero della S.S. Trinità, fondò il villaggio. Il Gruppo è stato costituito nel 1969 dal dinamico e compianto Luca Barba, con la collaborazione preziosa di Armando Gallo. La fierezza, la dignità e la compostezza sono la caratteristica principale del Gruppo. I colori sociali sono il bianco, il rosso ed il nero: il bianco per il candore e la purezza dello spirito, il rosso per la porpora abbaziale, il nero per il saio benedettino. Lo stendardo, di sfondo bianco, è sormontato dal galero abbaziale e dallo stemma della Badia. Il Gruppo ha riscosso numerosi consensi nelle manifestazioni effettuate in campo nazionale ed estero.


Gruppo Pistonieri FILANGIERI
Fa parte del Distretto Corpo di Cava. Il Gruppo è stato fondato nel 1978 da Franco De Rosa, Ciro e Luigi Senatore e da Vincenzo Nicoli. I colori sociali sono il bianco, il giallo ed il marrone; lo stendardo rappresenta un falco artigliato su alloro con pistone. Nonostante la giovane età, il Gruppo vanta un "curriculum" di tutto rispetto, avendo partecipato a numerose attività in Italia ed all'estero.


Gruppo Pistonieri SENATORE
Fa parte del Distretto Pasculano. Il Gruppo è nato nel 1947 per volontà di Francesco Senatore, padre di Salvatore, ideatore dei costumi e capitano del Sodalizio fino alla sua scomparsa. Tale Gruppo è cresciuto nel corso degli anni e si offre al pubblico in una veste compatta e degna d'attenzione. L'accumulata esperienza ha consentito di arrivare ad un elevato grado di preparazione, che fa dei Pistonieri Senatore uno dei migliori Gruppi nell'arte dello sparo. I colori sociali sono il giallo ed il nero; sullo stemma vi è il leone rampante.
Il Gruppo è guidato, in qualità di Presidente e caposquadra, da Francesco Senatore.
Maggiori informazioni sono reperibili sul sito http://www.microsys.it/senatore


Gruppo Pistonieri S.MARIA DEL ROVO
Un gruppo di amici, nelle dolci e care serate di maggio dell'anno 1974, sogna di ripercorrere le orme dei padri e di "rifondare" un Gruppo Pistonieri, che si era disciolto anni prima: i "Pistonieri di Santa Maria del Rovo". Memori dei ricordi d'infanzia, quando con audacia e baldanza accompagnavano i "veterani" dello sparo, portando il "panariello" (colmo di pastiera, vino, pane e milza, salame o pieno di polvere), questi bambini, ragazzi o adolescenti salivano, dopo aver benedetto i pistoni in piazza Duomo o nelle rispettive parrocchie, fino alle pendici di Monte Castello. Lungo la strada ogni tanto ci si fermava e si sparava qualche "botta", o si beveva un sorso di vino dal fiasco. Quel sogno lontano da circa venti anni si è realizzato: ne han fatta di strada quei ragazzi, anche se qualcuno ormai non è più … I Pistonieri di Santa Maria del Rovo prendono il nome dalla Contrada S. Maria del Rovo; i colori predominanti sono il bianco, che simboleggia la purezza, ed il verde, il colore della natura e dei campi di cui un tempo la contrada era ricca. Il Gruppo "Pistonieri s. Maria del Rovo" è composto da oltre cento elementi: portalabaro, portavessilli, musici, tamburini, chiarine, portabandiere, pistonieri e due capitani. Esso si presenta in un "assetto" particolare, con coreografie molto movimentate, riscuotendo così un notevole successo tra il pubblico, sia a Cava che nelle esibizioni in Italia ed all'estero.

Le torri longobarde e la caccia ai colombi

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Sono 28 le torri longobarde o i loro resti sul territorio. Partendo dei confini con il Comune di Nocera Superiore se ne incontrano due: la prima sulla collina Citola, l’altra al bivio di Camerelle sul lato nord della collina. Si va poi verso Ponticello di S. Lucia, sul Toppo a S.Anna, fino a S.Maria a Toro nella frazione Annunziata.

  1. Le torri per la caccia ai colombi erano così disposte da Nord verso Sud:

    due in territorio di Nocera Superiore: una alla Citola e una dopo il bivio di Camerelle sul lato nord della collina;

    una diroccata sul Monticello di Santa Lucia (versante sud);

    una sul Toppo o Tuppo (tra Santa Lucia e Sant'Anna):

    una sul Toppo a mezza costa sul versante di Santa Lucia (versante ovest);

    una quasi in prosecuzione delle prime due;

    una alla base del Toppo con casa annessa;

    due a Santa Maria a Toro;

    una in proprietà Abenante;

    torre detta Ponteciello che serviva contemporaneamente i giochi di Borrello, Campitello e Arco;

    torre ad Arco (detta a ferire);

    torre ad Arco sulla via di Cammarese (detta Castagno)

    sempre ad Arco ruderi di una costruzione quadrangolare, che aveva funzione di postazione per frombolieri;

    ruderi della Uocchia sul versante del colle Barone:

    torre alla pineta Serra;

    torre  al di sotto di questa sul versante nord di monte Castello (detta Foglia);

    ruderi sovrastanti la chiesa dei Cappuccini sul versante del Gaudio dei Morti;

    torre a Rotolo presso la chiesa della Maddalena (detta a ferire);

    torre ancora Rotolo, al di sotto della strada per San Pietro (detta Maddalena);

    torre , sempre del gioco di Rotolo, inglobata in una villa (detta torre dell'Aria);

    una sul colle Aversa, adiacente alla collina detta Strummolo;

    ruderi sul Monticello (Croce);

    ruderi in località Cammarella, alla base del Monticello;

    ruderi della torre , detta Marrone, poco al di sotto della chiesa di Sant'Elena;

    torre, detta Freddaro, proseguendo dalla Costa (valico di Croce) verso il monte Vavano;

    ruderi nei pressi della Valle di San Liberatore;

    una torre bassa da Valle verso San Liberatore

     

La caccia ai colombi sul territorio di Cava ha origini remote. Secondo lo storico Carraturo furono i Longobardi a portare nella città la loro passione per un gioco particolare, quello della caccia ai colombi, introducendolo intorno al 900 d.C., anche se a fianco di questa ipotesi si afferma che esso fosse già praticato da tempo e che una volta in zona i longobardi lo conobbero e lo cominciarono a praticare. 
Come risulta dai documenti del Codex Diplomaticus Cavensis, infatti molti Longobardi presero ad abitare (intorno all' VIII e IX secolo) la vallata cavese e sembra che siano stati proprio loro ad aver importato a Cava la famosa Caccia dei Colombi. In ogni caso, sono stati certamente loro ad averle dato rilievo anche attraverso specifiche norme di regolamentazione. Infatti i Longobardi nelle loro leggi vietarono che le "plagarie" ( cioè le distese di territorio riservate alla caccia) e gli attrezzi necessari per essa potessero essere assoggettati a pegno o esproprio per debiti.

Il gioco veniva praticato nel mese di ottobre sulle colline circostanti la vallata metelliana. Per esso ci si serviva di numerose torri che partivano dai confini con il Comune di Nocera Superiore presso la collina Citola, via via continuando sino a Croce e S.Liberatore. Le torri presenti sul territorio sono ben trentadue: su queste venivano tese le reti, ognuna delle quali, a seconda dello scopo, prendeva un nome. Le reti erano grandissime, raggiungendo circa dieci metri di altezza e trenta di lunghezza.

Il gioco dei colombi (ludis colomborum) è stato celebrato anche da numerosi poeti e scrittori.

 


Di seguito vi propongo due poesia di Tommaso Gaudiosi e di Marco Galdi, dedicate alla caccia ai colombi:

LA CACCIA

Muove colà,dai piu gelati lidi
Innocenti d’augei schiera volante,
che, fendendo le nubi, arborea avante
cerca altra terra a rinovar sui nidi.

Ecco la scopre ai cacciatori infidi
sul primiero apparir, corno sonante:
ecco fra i colli e le frondose piante
la caccian frombe e strepitosi gridi.

Ella, seguendo le fallaci scorte
de’ tinti sassi, incautamente piomba
ne’ tesi lacci a terminar sua sorte.

Così la semplicissima colomba,
senza passar pei cardini di morte
perde il ciel, ferma il volo, entra a la tomba.

Tommaso Gaudiosi, da L’arpa poetica, Napoli, 1671.

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Il gioco

Qui vedi delle torri; ma sono esse ricordi di antichi, felici tempi;no, non richiamano alla mente del viandante strumenti di guerra. Appena ai primi raggi del sole si diradano le tenebre, muove dalle torri del colle un grido di saluto.Ridestasi allora dal sonno, la diletta Cava nutre in cuore fiducia di narrare trionfi, e trepidante come per un responso.Li aspetta. Vi è chi, fornito di buona vista, scruta lontano, e vede arrivare i colombi, e primo ne dà il segnale: in guardia, arrivano! Echeggia un suon di corno: eccolo già in alto sulla torre il cacciatore, pronto a dar prova della sua valentia: apportatore di gioia. Guarda, rapidamente avanza nell’aria uno stuolo di colombi:risuonano grida orrende, e scaglia sassi la fonda.Volano i sassi per l’aria, e dietro ad essi, senza temere inganni, si abbassano i volatili. Sono finalmente a tiro delle reti. Cadono queste, e bianche come neve sotto pigolano le bestiole, che, dibattendo le ali, tutte tremano di paura. 

 Divertente sono questi versi che riproducono gli antichi suoni di richiamo degli uccelli :

L’eco del grido

 Allalù .. allalù..

Mena a ‘o puzzo!
Rallallegro! Rallallegro!

Mena ‘a  longa!

Lolololò! Lololò! Lololò!

 


Qualche termine della caccia ai colombi:

  • Ammettetora o mettetora: capsula in cui si nascondeva chi doveva allentare le reti con movimenti  veloci.
  • Ammettetore: chi allentava le reti, grandi di solito circa 10 metri di altezza e trenta di lunghezza.
  • Adocchia: avvistatore che si trovava nella zona piu’ lontana;
  • Bersatoie o tenute: insieme di grossi alberi o zona chiuse a recinto che facendo da barriera impedivano il passaggio dei colombi e costringerli a passare per i valichi, dove erano issate le reti. Ai piedi delle aree delimitate e degli alberi si costruivano altri recinti e steccati per legare le funi della rete e frasche per il riparo dei cacciatori che si scioglievano al momento opportuno le reti. Piu’ tardi questi ripari furono costruiti in muratura che ancora si trovano a Croce e nella Valle di S.Liberatore.
  • Casella o scova: costruzione meno alta delle torri per l’avvistatore.
  • Cauceruognolo:pietra bianca  o pezzo di legno  che veniva lanciata a mano per la caccia.
  • Compagnia: uno stormo di colombi.
  • Fionna o scionna: la fionda per lanciare i sassi
  • Iara o ghiara: sasso
  • Cordellino: fune leggera fissata in piu’ punti del bordo superiore della rete per afferrare e piegare la rete.
  • Pilieri,puliori o logge : le torri
  • Plagaria: Luogo dove veniva situata la rete per la caccia ai colombi.

La Disfida dei Trombonieri

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Ogni anno, nella prima settimana di luglio, ha luogo, nello stadio comunale Simonetta Lamberti e dopo una sfilata nel Centro storico, la Disfida dei Trombonieri, manifestazione che rievoca l'intervento dei Cavesi durante la battaglia di Sarno. Nel 1460 infatti cinquecento soldati cavesi accorsero spontaneamente in aiuto del re spagnolo Ferdinando I d'Aragona detto Ferrante che stava per essere sconfitto dal re Giovanni d' Angio'. I Cavesi, guidati dai fratelli Longo, attaccarono il nemico dalla montagna che dominava la località Foce. Il combattimento durò fino al giorno successivo e decretò la salvezza del regno aragonese, avendo il nemico abbandonato il campo di battaglia. Gli Angioini, per vendicarsi dell'affronto, attaccarono la città de la Cava, al quale il re Ferrante dovette inviare dei soccorsi attraverso Amalfi. Il 31 luglio 1460, il re, per esprimere la sua gratitudine ai cavesi, inviò alla "Università de la Cava" ( al governo locale) una lettera nella quale si dichiarava disponibile ad esaudire tutte le richieste del popolo amico.

Più tardi, il 4 settembre 1460, non avendo avanzato la Città di Cava alcuna pretesa, il sovrano aragonese consegnò nelle mani dell' allora Sindaco di Cava, Onofrio Scannapieco, una seconda lettera, in cui riconfermava la sua grande fiducia; inoltre diede allo Scannapieco una pergamena in bianco, con i sigilli e la sua firma,  affinché i Cavesi gli richiedessero tutto ciò che fosse loro gradito.Tale pergamena non fu mai compilata ed è tuttora conservata, intatta, a Palazzo di Città, rappresentando oggi l'ambito premio figurato della "Disfida dei Trombonieri".La manifestazione vede competere i trombonieri dei quattro distretti aragonesi: Mitiliano, Pasculano, S. Adiutore e Corpo di Cava che danno vita alla "disfida", un palio al quale partecipano circa mille, milleduecento figuranti con sfarzosi costumi rinascimentali.

 

I Distretti e i Casali

 


 

Distretto Corpo di Cava: Casale SS.Sacramento e Casale Filangieri

 

  Distretto Pasculano: Casale Senatore e Casale Santa Maria del Rovo

 

Distretto Mitiliano: Casale Borgo Scacciaventi - Croce

 

Distretto Sant'Adiutore: Casale Sant'Anna e Casale Sant'Anna all'Oliveto

 

ALBO D'ORO

Casale Senatore

 

1974 - 1975 1980 -1983* - 1985 - 1986 - 1987 - 1988 - 1989 - 1991 - 1992 - 1993 - 1995 - 2003 -2004

Casale Santa Maria del Rovo

 

1977 - 1979 -1983* - 1985* -1986* - 1987 - 1989* - 1994 -1996 -1997

Casale SS.Sacramento

 

1978 - 1986* - 1987* - 1990 -1998 -1999 -2002

Casale Filangieri

1986* -1987* -1990* - 2000

Casale Borgo Scacciaventi Croce

1987* - 1989*

 

Casale Sant'Anna all'Oliveto

 

1984*

Casale Sant'Anna

 

1984* - 2005 - 2006 -2007

* ex aequo

 

 

 

 

 

I Gruppi Pistonieri

Gruppo Pistonieri SANT'ANNA
Fa parte del Distretto Sant'Adiutore. Il Gruppo è stato fondato nel 1975 per volontà del compianto Luca Barba, con la disponibilità di Luigi Vitale ed Achille Ruminelli. Si ritiene che il distretto Sant'Adiutore sia uno dei più antichi: era, infatti, preesistente alla distruzione dell'antica Marcina, avvenuta nel 465 d.C.. Il Gruppo è caratterizzato dai colori bianco
e celeste; peculiarità di tale Gruppo è la presenza di numerose donne che impugnano il "pistone".
 

Gruppo Pistonieri SANT'ANNA ALL' OLIVETO
Fa parte del distretto Sant'Adiutore. Storia e religione s'intrecciano nella vita di questo Gruppo, che, nei colori sociali, si richiama direttamente alla Madonna del Casale di Sant'Anna: il bianco, il verde e il giallo sono, infatti, i colori del suo manto e del Suo abito. Il Gruppo è nato nel 1937 per iniziativa di Vincenzo Baldi e per volontà del priore Vincenzo Senatore. Lo stendardo raffigura il braccio armato, stemma della famiglia Baldi. Anche questo Gruppo annovera tra le sue fila la presenza di molte donne anziane.

Gruppo Pistonieri MONTE CASTELLO
Fa parte del Distretto Meteliano e, come il confratello "Borgo Scacciaventi-Croce", ha radici di sapore antico. Il Gruppo trae il nome dal Monte Castello; è stato fondato nel 1974 da Francesco Lamberti, meglio noto ai Cavesi con il nome di "Mastu Ciccio", scomparso ormai da circa cinque anni, ma nel cui segno il Gruppo continua ad operare. I colori sociali sono il rosso ed il nero, che ricordano direttamente la rievocazione della battaglia di Sarno.

Gruppo Pistonieri BORGO SCACCIAVENTI - CROCE
Fa parte del Distretto Meteliano; come suggerisce il nome, esso richiama etimologicamente la denominazione tradizionale della valle. Il gruppo è nato nel 1978, per opera del compianto Antonio Medolla, dalla fusione dei preesistenti Gruppi di Croce e Borgo Scacciaventi. Molti affermano che il Gruppo Croce sia esistito da sempre, soprattutto quale protagonista delle battaglie combattute in difesa della valle meteliana nel corso dei secoli. I colori sociali sono il bianco , il rosso ed il nero.

Gruppo Pistonieri SS. SACRAMENTO
Fa parte del Distretto Corpo di Cava. L'origine del Gruppo si ricollega alla storia più illustre di Cava, quando Pietro I, Abate del Monastero della S.S. Trinità, fondò il villaggio. Il Gruppo è stato costituito nel 1969 dal dinamico e compianto Luca Barba, con la collaborazione preziosa di Armando Gallo. La fierezza, la dignità e la compostezza sono la caratteristica principale del Gruppo. I colori sociali sono il bianco, il rosso ed il nero: il bianco per il candore e la purezza dello spirito, il rosso per la porpora abbaziale, il nero per il saio benedettino. Lo stendardo, di sfondo bianco, è sormontato dal galero abbaziale e dallo stemma della Badia. Il Gruppo ha riscosso numerosi consensi nelle manifestazioni effettuate in campo nazionale ed estero.

Gruppo Pistonieri FILANGIERI
Fa parte del Distretto Corpo di Cava. Il Gruppo è stato fondato nel 1978 da Franco De Rosa, Ciro e Luigi Senatore e da Vincenzo Nicoli. I colori sociali sono il bianco, il giallo ed il marrone; lo stendardo rappresenta un falco artigliato su alloro con pistone. Nonostante la giovane età, il Gruppo vanta un "curriculum" di tutto rispetto, avendo partecipato a numerose attività in Italia ed all'estero.

Gruppo Pistonieri SENATORE
Fa parte del Distretto Pasculano. Il Gruppo è nato nel 1947 per volontà di Francesco Senatore, padre di Salvatore, ideatore dei costumi e capitano del Sodalizio fino alla sua scomparsa. Tale Gruppo è cresciuto nel corso degli anni e si offre al pubblico in una veste compatta e degna d'attenzione. L'accumulata esperienza ha consentito di arrivare ad un elevato grado di preparazione, che fa dei Pistonieri Senatore uno dei migliori Gruppi nell'arte dello sparo. I colori sociali sono il giallo ed il nero; sullo stemma vi è il leone rampante.
Maggiori informazioni sono reperibili sul sito http://www.microsys.it/senatore

Gruppo Pistonieri S.MARIA DEL ROVO
Un gruppo di amici, nelle dolci e care serate di maggio dell'anno 1974, sogna di ripercorrere le orme dei padri e di "rifondare" un Gruppo Pistonieri, che si era disciolto anni prima: i "Pistonieri di Santa Maria del Rovo". Memori dei ricordi d'infanzia, quando con audacia e baldanza accompagnavano i "veterani" dello sparo, portando il "panariello" (colmo di pastiera, vino, pane e milza, salame o pieno di polvere), questi bambini, ragazzi o adolescenti salivano, dopo aver benedetto i pistoni in piazza Duomo o nelle rispettive parrocchie, fino alle pendici di Monte Castello. Lungo la strada ogni tanto ci si fermava e si sparava qualche "botta", o si beveva un sorso di vino dal fiasco. Quel sogno lontano da circa venti anni si è realizzato: ne han fatta di strada quei ragazzi, anche se qualcuno ormai non è più … I Pistonieri di Santa Maria del Rovo prendono il nome dalla Contrada S. Maria del Rovo; i colori predominanti sono il bianco, che simboleggia la purezza, ed il verde, il colore della natura e dei campi di cui un tempo la contrada era ricca. Il Gruppo "Pistonieri s. Maria del Rovo" è composto da oltre cento elementi: portalabaro, portavessilli, musici, tamburini, chiarine, portabandiere, pistonieri e due capitani. Esso si presenta in un "assetto" particolare, con coreografie molto movimentate, riscuotendo così un notevole successo tra il pubblico, sia a Cava che nelle esibizioni in Italia ed all'estero.

La Festa di MonteCastello

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Fuochi a Monte Castello

Tra i tanti flagelli d'Italia nel 1656 vi fu quello della peste. Portata a Napoli da una nave di soldati spagnoli provenienti dalla Sardegna, dove era già apparsa nel 1650, si diffuse in tutto il Regno. A Cava la malattia seminò migliaia di vittime: i cadaveri furono seppelliti nelle campagne e non nelle chiese, per evitare che il morbo contagiasse la popolazione. Continue furono le invocazioni fatte ai Santi per scongiurare il male del secolo.La tradizione racconta che esso fu debellato grazie al pellegrinaggio fatto dal popolo cavese per venerare il Santissimo Sacramento della cappella esistente tra le mura del Castello di Sant'Adiutore.

L'unico prete sopravvissuto espose la Sacra Ostia ai quattro lati della terrazza della fortezza per benedire la Città. Nasce da questo episodio la famosa Festa di Castello che da allora si svolge ogni anno nell'Ottava del Corpus Domini.

 


Rappresentazione pittorica del maestro Matteo Apicella della celebrazione del Corpus Domini

Dall'anno successivo infatti, nel 1657, per volontà dei Signori della frazione Annunziata e con entusiasmo di tutto il popolo, la processione del Corpus Domini assunse forma penitenziale ed il suo percorso fu esteso sino alla sommità del Castello. Essa fu anche arricchita dalla presenza dei Cavesi armati di pistoni, di cui ogni cittadino era fornito,dal momento che ognuno doveva essere pronto ad accorrere alle armi non appena la campana di S. Liberatore avesse suonato a martello.
Questa tradizione è rimasta immutata fino ai nostri giorni, con l'aggiunta di una lunga serie di spari di pistoni, nel pomeriggio della Festa dagli spalti del Castello, in segno di giubilo.
A completare la manifestazione durante la serata, si può assistere a luminarie e fuochi d'artificio, che si concludono in maniera spettacolare con il fantasmagorico incendio della fortezza.

tratto da "Ritroviamo il nostro passato: i luoghi, la storia, le tradizioni..." a cura della sc.media Giovanni 23°  - Febbraio 2003

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