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Eduardo Migliaccio, in arte Farfariello, nato nel 1880 a Cava de’ Tirreni nella frazione di SS. Quaranta, emigrò negli Stati Uniti con la famiglia, dove fu costretto a vivere in prima persona le difficoltà dello sradicamento, delle crisi d’identità e dell’adattamento in una realtà profondamente diversa dalla propria, spesso ostile e incomprensibile, soprattutto dovuta a difficoltà di comunicazione verbale. Abile e veloce nei travestimenti, fu protagonista dei palcoscenici americani, irriverente nelle macchiette napoletane e buon cantante, diventando un mito tra gli italo-americani. Il nome Farfariello evoca, forse non a caso, scenari danteschi - e infernali - visto che con tale sostantivo Dante chiama uno dei diavoli che pone a guardia dei barattieri nel XXI canto del?inferno nella Divina Commedia, etimologicamente deriva dall’arabo farfar, che significa folletto, piccolo demonio, diavoletto.
Inventore di un linguaggio particolare, misto tra l’americano ed il napoletano, definito idioma “italglish”,  che faceva sbellicare dalle risate i tanti spettatori che assistevano ai suoi spettacoli.  Migliaccio debuttò nel 1897 al "Villa Vittorio Emanuele", café chantant di Mulberry Street. Le sue "Neapolitan Machiette" occupano un posto di primo piano nella memoria dell'Italia "coloniale", costituendo la più veridica raffigurazione di un tipo caratteristico: il "cafone" alle prese con la vita della metropoli.A fianco delle canzoni sull'immigrazioni drammatiche e a volte piagnucolose, si creava con Farfariello un filone totalmente diverso dove il cafone protagonista sorrideva degli eccessi del mondo estremamente moderno americano e delle fisime dei connazionali "sagliute", cioè saliti nella scala delle classi sociali e percio' esaltatisi.

Eduardo , stabilitosi da Cava a New York, fu impiegato bancario come il padre. Spesso diventava scrivano per i connazionali analfabeti che inviavano lettere ai familiari in Italia e quest'attività gli aveva permesso di conoscere le loro disavventure , ma anche il loro slang, fatto di storpiature della lingua inglese in un italiano simile nel suono, ma diverso nel significato. Cappotto diventava cotto, da coat, la vetrina diventava sciocchezza, show case, la porta ghetta da gate.
Nel 1922 interpretò The movie actor , fatto restaurare dal regista Martin Scorzese e presentato alla mostra di Venezia nel 2001, a testimonianza di un vecchio modo di fare cinema, parallelo a quello "ufficiale" delle nascenti majors americane. Il film  è un cortometraggio interpretato dall’ eclettico cavese che dà vita a uno sketch di varietà, satira delle difficoltà degli attori italoamericani a farsi assumere dagli impresari newyorchesi. L’attore-cantante mette in scena una serie di macchiette: una donna, un gangster di Little Italy e un operaio appena sbarcato in America. Quest’ ultimo si produce in una filippica sulla situazione degli immigrati e sull’ uso della lingua inglese, a cui preferisce quella italiana, dove "pane significa pane". L’interesse per il cortometraggio non è quindi solo di tipo esclusivamente cinefilo, ma anche sociologico, in quanto presenta uno spaccato sulla vita degli immigrati, sull’evoluzione della lingua italo-americana e sugli stili recitativi di quegli anni. Farfariello divenne famosissimo al tal punto che il re Vittorio Emanuele  nel 1940 lo nominò cavaliere. La II guerra mondiale e la sua morte , avvenuta nel 1946 travolsero il ricordo dell’attore in Italia. Farfariello attraverso questa deformazione del grottesco, con l’aiuto della musica e dell’uso dell’ italglish, riuscì a dare voce al popolo degli italo-americani che aveva perso la propria voce, perché chiuso nell’isolamento dell’incomunicabilità verbale e dall’impossibilità di condividere i propri valori, le proprie tradizioni, la propria identità. In America invece continua ad essere oggetto di libri e di ricerca legate al varietà. Ma a Farfariello va riconosciuto anche il merito di aver aperto la strada a tanti artisti di origine italiana. La sua fama suscito' l'interesse di molte case discografiche per la creatività degli italiani in America, consentendo l'affermazione di altri personaggi d rilievo.


Eduardo Migliaccio - Farfariello in alcune foto dell'epoca

Del repertorio di Migliaccio, autore geniale, che ha dato originalissimi contributi ,fra l'altro, con una musica che aggiornava la tradizione partenopea al gusto del ragtime e del jazz, riportiamo nelle pagine seguenti alcuni testi che sono stati ritrovati sul web: