Hanno detto di Cava

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Foto di Cava de' Tirreni

Orazio Casaburi (1829)

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Sopra il monte che dicesi di San Martino vi era, ed esiste tuttora, un antico monastero e chiesa. Di essa si ha memoria fin dall’anno 839 ed è nominata Monasterium Sancti Martini de Forma

Vittoria Aganoor - poetessa della Belle Epoque

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L’anno 1908 fu tra i più felici  della villeggiatura a Cava per frequenza e qualità e per una serie di riuscitissime feste che culminarono con l’ allegra cavalcata alla Serra e ad Arco, per fare assistere al gioco dei colombi una ospite di eccezione: la poetessa Vittoria Aganoor, poetessa romantica della Belle Epoque

Vittoria Aganoor Pompilj (Padova, 26 maggio 1855Roma, 8 maggio 1910) figlia di Edoardo Aganoor, conte di origini armene, e di Giuseppina Pacini, trascorse l'infanzia nella città di Padova spostandosi presto a Venezia con la sua famiglia

Poetessa, frequentò spesso la città di Cava de' Tirreni dove viveva la sorella Angelica a cui era molto legata. Nella città, ospite del barone Abenante in località Arco Campitello, compose una lirica dedicata proprio alla predetta campestre località cavese, dopo aver assistito alla tradizionale caccia dei colombi, che si svolgeva annualmente in zona e risalente all'epoca longobarda.

Questi versi furono scritti da Vittoria Aganoor in un Album che era nella casa campestre fra Campitello ed Arco, del Barone Abenante.Trascritti dal’avv. Domenico Galise, furono da questi consegnati aValerio Canonico e con alcuni documenti concernenti il Gioco dei colombi di Rotolo.

  

ARCO

È un alto monte
vi stanno pronte
le reti, ed un arcangelo le veglia,
ritto di fronte
all’ampia valle,
volte le spalle
al sole che muore.

(Come un tempo quel grande imperatore
chiuso in Sant’Elena.
Veglia... e sogna uno splendido sereno,
niente vento, moltissimi piccioni,
allegre colazioni,
ma pochi evviva, più sommessi almeno:
chè in mezzo a una repubblica di chiassi,
di tante matte risa, oh!, che volete
che possano fare frombolieri e sassi?
Giganti? Son finiti, ed anche è andato
di Davide lo stampo; allora un uomo
uccideva un gigante;
ora... truce in sembiante
più d’un alto e robusto fromboliere
un altro fin si propone
e in codesta stagione
gode la ammirazione
di ben mille persone,
si arrampica carpone
in cima a un torrione,
bisbiglia un’orazione
prima d’aprir tenzone
da impavido leone,
e, armato d’un petrone,
a tender si dispone
dal suo stretto girone,
com’è sua professione
insidie ad un... piccione!

* * *

Son molte rime in one
(dirà chi ben s’oppone),
ma un bricciolo non v’è d’ispirazione
in questo zibaldone.
Darei per un pensiero,
se l’avessi, un impero;
darei per una frase indovinata
se l’avessi, uno scettro!
Mutiamo metro!
Arco addio, me ne vado;
come di grado in grado
si van perdendo quei lontani colli
nella nebbia leggera,
ogni festa si perde nella sera
del tempo che precipita

***

Mesti, come i tramonti
di autunno, in mezzo ai monti
sono i congedi! Viene la sera, e l’occhio
fiso in quell’alte cime,
penso... ch’è vano mendicar le rime
se Pègaso ricalcitra.

 VITTORIA AGANOOR

Hiroyuki Masuyama – un artista giapponese a Cava

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Presso la galleria Pièce unique di Parigi, dal 17 gennaio al 15 marzo 2013, il noto artista giapponese Hiroyuki Masuyama, nato nel 1968 a Tsutabaka in Giappone, ha esposto una personale intitolata “Cava de’ Tirreni 1792-2012”: light-box e fotografie dedicati alla Città metelliana”.

È un progetto maturato dopo un breve soggiorno a Cava de’ Tirreni dell’artista giapponese nell’estate del 2012.

Masuyama, con una significativa storia legata alla vocazione fotografica paesaggistica, ha posto la sua attenzione su Cava de’ Tirreni. Confrontandosi con gli scorci più noti e le inquadrature più tipiche della Città, le sue immagini fotografiche colgono frammenti, dettagli, attimi, posto sullo tra reale ed irreale, tra documentazione ed invenzione.

L’artista giapponese fa ricorso al light-box, scatola retroilluminata che esalta scene, colori, atmosfere, in un processo che ricorda il sistema rappresentativo dei diorami settecenteschi.

 

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Henry Swinburne

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Io deviai dalla strada principale e visitai la famosa Abbazia Benedettina della Trinità, alla quale un tempo tutti i dintorni appartenevano… è situata in una piccola valle tra i boschi all’ombra di un vasto dirupo e di alte cime sulle quali c’è un piccolo villaggio chiamato Corpo di Cava.

                                                                        Henry Swinburne

La piccola Svizzera...

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Cava de' Tirreni è denominata anche come la "piccola Svizzera" perchè racchiusa in grande vallata che ricorda sia il territorio elvetico che la sua emblematica pulizia e tranquillità ma i tesori piu' grandi della citta' sono proprio le montagne a partire da Monte Finestra a finire ai colli che portano all' Avvocata sopra Maiori

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