La Chiesa parrocchiale di S.Pietro a Siepi, che si eleva maestosa e superba nella frazione, fu, in ogni secolo, centro propulsore di vita religiosa ed è una delle più importanti della Diocesi di Cava, considerato che nel passato era rappresentata da sette distinti Parroci con estesissima giurisdizione e con un numero di oltre 6000 anime.La data di fondazione della Chiesa risale al 1169.Essa fu edificata per concessione di Romualdo II, Arcivescovo di Salerno, su richiesta di Pietro Mannarino,Capitano di Salerno.Sotto l'abate D.Golferio (1366-1374), la Badia sostenne grandi questioni giurisdizionali con gli Arcivescovi di Salerno.Tra le Chiese contestate c'era quella di S.Pietro a Siepi, che gli abati avevano posseduta e amministrata pacificamente fin dai tempi di Guaimario e Gisulfo.La lite fu sottomessa ad un arbitro che la decise in favore dei benedettini.Nel Cinquecento furono fatte la sacrestia e la tribuna dal maestro Colantonio Iovine;l'altare del Corpo di Cristo del maestro Ambrogio de Monica (1534).
Sono del Cinquecento anche un bassorilievo accanto al pulpito,l'altare di S.Maria della catena, la lapide di Pietro Mannarino, le pile dell'acqua santa,il quadro della Pietà (in sacrestia).

tomba

La lapide di Pietro Mannarino all'interno della chiesa

 

Del '600 sono invece il pulpito,fatto a spese di Decio Cafaro (1665) con altare sottostante; il battistero, l'organo (1667) , il crocifisso del Colombo, il quadro di Giobbe, le statue di S.Pietro, di S.Paolo e S.Andrea.
Al Settecento appartengono l'altare maggiore , la balaustra, gli altari laterali con le relative balaustre, il soffitto , con copertura a volta, sorretta da cariatide  e nei pennacchi sono raffigurati i dodici apostoli; nel mezzo due tele ad olio raffiguranti l'Immacolata e la consegna delle chiavi all'Apostolo, il portale d'ingresso (1710); l'altare e la balaustra della Madonna delle Catene (1736).
Nell'Ottocento infine fu rifatto il pavimento della sacrestia a devozione di D.Leopoldo Gagliardi.
Nelle cappelle laterali si notano alcune sculture e vari stemmi gentilizi; nella sacrestia si conservano bassorilievi in marmo di pregevole fattura, opera, nel XVI sec. dello scultore cavese Ambrogio Della Monica; nelle stanze attigue un museo contiene opere di grande pregio.Nella sacrestia vi è pure una bella tavola del '600 raffigurante la Madonna del Rosario proveniente dalla Cappella del casale dei Cafari eretta nel 1616.Il soffitto della chiesa è di grande effetto: esso risale al XVIII sec.. L'archivio parrocchiale di S. Pietro conserva molti documenti importanti per la storia di Cava de' Tirreni.  Accanto alla chiesa da notare il bel portale catalano del palazzo Cafaro-Galise.

L’edificio ha una sola facciata: quella che guarda i monti. Tutta la sapienza architettonica si acuisce a conciliare in armonioso insieme le due dimensioni: l’altezza e la larghezza. La larghezza ha consentito di avere un edificio ben poggiato e forte, con slancio, che snoda le sue membrature attraverso i pilastri, quasi ad inseguire un desiderio d’infinito. E’ evidente però che la solennità del Rinascimento nelle linee architettoniche è in netto contrasto con le cappelle sovraccariche di ornati barocchi: ciò che fa pensare al gusto classico dell’autore del disegno della Chiesa.Il tempio si presenta, in tutta la sua sobria bellezza, elegante ed imponente. E’ a croce latina, con tre navate, con numerose cappelle laterali. E’ lungo m. 42, largo m. 27. 

Parroco della Chiesa fu il Ven. P.Paolo Cafaro, nato a Cava il 7 luglio 1707,  che rivestì la carica dal 1735 al 1740.Fu confessore di Sant'Alfonso Maria de' Liguori e di S. Gerardo Majella, con il quale operò a Caposele.

Del Cafaro scrisse  lo stesso S.Alfonso un libretto sulla sua vita, nel quale descriveva la vita mirabile del cavese di adozione. Il Santo napoletano, a conclusione del libro, così scrisse: " Molti dopo la sua morte, hanno ottenuto, per mezzo delle sue reliquie, grazie prodigiose,le quali si sono notate e a tempo suo si pubblicheranno, quando il Signore si compiacerà di farlo onorare sull'Altare, se sarà suo volere".  Fu a lungo al servizio del Santo che, intuito il suo carisma e le sue capacità di portare tra le genti la fede e la predicazione di Dio, lo inviò in giro per i territori del Sud Italia.

Cafaro, che fu anche grande evangelizzatore, tanto da essere definito da S.Gerardo "un secondo San Paolo" è stato l'unico cavese di nascita ad essere canonizzato, proclamato Servo di Dio e venerabile


Particolare dipinto del Ven. Cafaro presso Istituto Padri Redentoristi a Pagani (Sa)

La Chiesa di S. Maria del Quadruviale, fu così chiamata in quanto situata all'incrocio (al quadrivio) tra la Via Maggiore che da Salerno conduceva a Nocera e a Napoli, anche se oggi vi si acceda da un vicolo della frazione San Pietro.
La struttura è gestita da una congrega da secoli e precisamente dal 1383 fu costruita da alcuni confratelli che provenivano dalla Chiesa di Santa Maria a Toro alla Serra. Essi si riunivano a pregare e operavano a favore dei meno abbienti con aiuti morali ed economici, acquistando corredi a spose povere, assistendo altresì malati ed anziani. I viaggiatori che pasSavano per la Confraternita non solo non pagavano a stanza ma addirittura ricevevano denaro: "due grani e mezzo, se laico, quattro grana se chierico, cinque se sacerdote" come narra il priore Giuseppe Sparano. Nel 1409 i confratelli chiesero all'abate della SS. Trinità e ottennero il permesso di abbattere l'edificio esistente per costruire una chiesa ed un ospizio piu' grandi.
La chiesa,  di architettura classica, fu edificata con l'annesso "spedale per infermi e pellegrini" nel 1383, diventando anche sede della Confraternita della Camera della Disciplina in quanto i soci "confratelli" si riunivano in una "camera" trasformata poi in cappella.

 

smquad3                          smquad2  

                                                                                                                             interno della Chiesa                                                                                 maiolica pavimento della Confraternita                                                                     

Prese la forma attuale alla fine del '500: all'interno era sistemato un trittico quattrocentesco di G.Battista de Capua, ora nel Museo annesso alla chiesa parrocchiale, rappresentante la Madonna con il Bambino con ai lati S. Giovanni Battista e San Pietro.
Ha un oratorio dell'omonima congregazione con stalli lignei e soffitto finemente dipinto. Inoltre sotto le vele del porticato pensile  vi sono anche alcuni affreschi di Filippo Pennino.
Il bellissimo campanile è a sei ordini, in pietra d’intaglio rivestito di ambrogette ceramiche. Interessante sono anche le ceramiche del cupolino e della cappella superiore delle fabbriche vietresi dei Tajani e la il loggiato su tre arcate, a cui si acceda da una scalinata in pietra vesuviana.  Particolarmente interessante è anche la cornice a ghirlanda con fiori multicolori di 12 riggiole con indicazione del restauro eseguito nell'AD 1882.
Nella stessa cappella si erge un prezioso altare ligneo a sfoglia d'oro del 1700 con una tela con l'Immacolata fra due santi.


La Chiesa di S.Maria del Quadruviale