Esiste una grande tradizione storica fra Cava de’ Tirreni e Castellabate, con un legame essenzialmente religioso.
Dalla grotta di S. Alferio infatti inizio’ per la Città un cammino benedettino che segnerà per sempre ampie zone meridionali attraverso i suoi possedimenti. L’ Abbazia aveva beneficiato delle concessioni avute dai vari regnanti succedutisi nel meridione d’Italia.
Fondamentale è la figura di S. Costabile Gentilcore, che a sette anni rinuncia ai suoi averi e lasciti per entrare nell’Abbazia della Santissima Trinità di Cava, dove fu poi elevato alla carica di Abate. Costabile era nato nel 1064 nel casale di Tresino (località a nord di Castellabate), dove i monaci benedettini avevano un rinomato convento con l’annessa chiesa di S. Giovanni, da cui conducevano una comunità agricola Rivelatasi di notevole importanza in tutto il salernitano.
L’opera del giovane Costabile iniziò con incarichi di coadiutore dell’Abate Leone a partire dal 1118 e fino al 4 marzo 1123, giorno della notte di Leone e data in cui fu eletto Abate.
Da questo momento ha inizio un periodo di grande splendore e nascita civile per il territorio di Castellabate: egli si ricordò del suo popolo esposto alle insidie dei saraceni, che occupavano Licosa ed Agropoli, e con le sue suppliche ottenne dal Duca Guglielmo II il permesso di erigere sul colle dell’Angelo di Castellabate un castello turrito con ogni opera di fortificazione a difesa del borgo che si stendeva intorno alla Chiesa, ampliata, trasformata e consacrara il 17 gennaio 1138 e dedicata a S.Maria de Gulia.
Come riporta il Codex Diplomaticus Cavensis i lavori del Castello chiamato Castello dell’Abate da cui il toponimo Castellabate iniziarono nel 1123. Fu da quella data, dunque, che in questo territorio nasce una comunità di persone operose, guidata dai monaci benedettini che in qualche decennio trasformano quelle terre in centri fiorenti di commercio e dalla rinomata agricoltura, facendone uno dei casali più importanti della Badia con una rendita rilevante, grazie all’opera dei monaci uomini di cultura e pratici d’agricoltura.
L’opera di S. Costabile divenne preziosa per la sua gente che beneficiò di una radicale riforma fondiaria, detta del “pastinato”, che concedeva terreni per un settennato e forniva tutto l’occorrente per la messa a coltura dei grandi possedimenti.
Costabile, quarto Abate della SS Trinità di Cava, mori il 17 febbraio del 1124 ma il suo successore, il Beato Simeone, continuò l’opera portando a termine la costruzione del Castello e operando delle riforme che risultarono fondamentali per il risveglio di queste terre. Cominciò con la bonifica delle terre malariche della piana del Lago, quindi l’acquisto dal Conte Landolfo dell’approdo marittimo denominato “Lu Traviersu” in S.Maria, da dove partirà la flotta mercantile dell’Abbazia verso la costiera e le terre di espansione, ed ancora la donazione delle terre coltivate ai conduttori agricoli che le avevano messe a coltura. E’ da quei lontani anni che il popolo di Castellabate intreccia vicende umane e spirituali con la SS.Trinità.
Piu’ tardi il Cilento benedettino passò sotto la giurisdizione della Diocesi di Vallo della Lucania ma resta comunque resta vivo il rapporto fra Castellabate e l’Abbazia di Cava.
(Tratto da IL LAVORO TIRRENO – giugno 2007 )