Nipote di contadini, sono cresciuto con le tradizioni contadine, tra cui le vampe, che si celebrano ogni 17 gennaio, giorno di Sant'Antonio Abate, patrono degli animali ed in particolare dei maiali. Le origini di questa tradizione sono antichissime e si perdono nella notte dei tempi. In origine, i fuochi erano un rito propiziatorio per scongiurare le malattie al bestiame: si credeva che il fuoco avesse il potere di purificare e proteggere, e che i fumi e le ceneri allontanassero le entità maligne.
Nelle nostre zone, in Campania, la tradizione delle vampe di Sant'Antonio Abate è ancora viva in alcuni paesi, soprattutto nelle aree rurali ed è mantenuta anche nella valle metelliana. Ancora oggi, 17 gennaio, è possibile vedere a macchia di leopardo sul nostro territorio grandi falò accesi nelle piazze, nei cortili e nelle aie. Sono soprattutto i bambini e i giovani a volerli, mentre gli adulti si radunano intorno al fuoco per tradizione religiosa: il tutto è’ diventato oltre che tradizione anche un momento di socializzazione.
Sembra curioso, ma questo è un raro momento in cui bambini e adulti sono lontani dai “social” per essere veramente “sociali”.
Questa tradizione, che rappresenta il legame tra la popolazione contadina e la sua terra, è stata in parte rivisitata e rinnovata nel tempo. In passato, infatti, i fuochi erano accesi per scongiurare le malattie al bestiame, ma oggi sono visti anche come un simbolo religioso di purificazione e rinnovamento.
In sincerità, sono contento che questa tradizione stia ancora resistendo nella nostra società, anche se in forma diversa rispetto al passato. È un segno che il legame con le nostre radici contadine è ancora forte e ritengo che le vampe di Sant'Antonio Abate siano una tradizione importante da preservare: rappresentano un momento di festa e di condivisione, ma sono anche un simbolo di speranza e di rigenerazione.
L'attesa dei fuochi di Sant'Antuono da bambino è stata per me sempre un'esperienza elettrizzante. Nei giorni precedenti alla festa, si respirava un’atmosfera festosa e carica di aspettative e si preparava nell’aia del nonno la raccolta del legno, foglie e altri materiali per costruire i falò. La sera del 17 gennaio, la festa iniziava. Il fuoco veniva acceso, illuminando tutti con una luce calda e scintillante. Era e resta un'esperienza magica e noi bambini restavamo circondati da atmosfera ipnotica. Ricordo l’ondata di calore, quel calore delle fiamme che riscalda il corpo e l'anima. Si stava al caldo e si ammirava la bellezza del fuoco.
Le vampe di Sant'Antuono sono un momento di condivisione: il calore della legna si unisce al calore umano,che riscalda l'anima e crea un'atmosfera di gioia, di felicità.E poi, chissà per quale recondito motivo, si tende a cantare: il ritmo della musica si fonde con il crepitio delle fiamme, creando un'atmosfera speciale.
E’ un'esperienza unica e coinvolgente: se vi capita l'opportunità di partecipare a questa festa, non esitate. È’ un'esperienza che non dimenticherete mai.