Particolarmente curiosa è la lapide collocata lungo le rampe che collegano il sagrato della Badia al Corpo di Cava, che tramanda ai posteri un fatto avvenuto circa 500 anni fa: l'istituzione della diocesi autonoma di Cava, con il territorio di Cava e Vietri sotratto alla giurisdizione della Badia. Eccone la traduzione: Questa lapide indica e determina la minima parte del territorio una volta grande assegnato dalla benevolenza del Pontefice all'antichissimo Cenobio di Cava. Viandante, non meravigliarti dell'una e dell'altra diminuzione. Perire è legge per tutti i mortali, non pena. Tu misura dall'unghia il leone. Va' sano.
Dalla rivista illustrata Poliorama pittoresco, pubblicata a Napoli nell'anno 1857, il giornalista Ippolito Certain, viene riportata la cronaca del viaggio inaugurale del tratto ferroviario Nocera – Cava de' Tirreni, con data 31.7.1857. La ferrovia era stata richiesta al reFerdinando II già nel 1848 per raggiungere piu' agevolmente Napoli. Lo stesso re, giunto a Nocera dalla reggia di Quisisana, inauguro' la linea ferroviaria il 1° aprile 1857. La gestione fu affidata alla società Bayard de la Vingtrie, che costruiva e gestiva le strade ferrate e i viaggi riguardavano essenzialmente merci e trasporto di animali.
Cava de' Tirreni fu la prima Città dell' Italia meridionale che nel 1893 ebbe l'illuminazione elettrica.
La prima scuola media superiore non tenuta da preti o da privati fu il ginnasio Giosue' Carducci nel 1873.
Nel 1863 Cava fu assalita dai briganti: solo grazie alla Guardia Nazionale di Cava ( la compagnia di Passiano, San Pietro, Pregiato, Corpo di Cava e S. Lucia ) fu possibile debellarli in ben otto mesi.
Il Corpo di Cava era chiamato così perché costituiva il corpo amministrativo della Città.
L'insediamento a Cava dei monaci Benedettini fu favorito dalla presenza dell'acqua. Infatti i religiosi preferivano stabilirsi nelle zone vicine a ruscelli o fiumi per beneficiare dell' amenità dei luoghi ma anche per utilizzare l' energia idrica per il funzionamento i mulini. I monaci cavesi impiantarono un mulino lungo il corso del ruscello Selano.
Piazza Duomo anticamente era chiamata Piazza del Commercio perché si svolgeva il mercato cittadino.
Fino al 1800 i comuni di Cava, Vietri e Cetara appartenevano ad un'unica municipalità : la Città de la Cava.
Nel 1806 Giuseppe Bonaparte sancisce la separazione giuridica da Vietri e Cetara per ragioni politiche,dopo il 1799, con l'atteggiamento filoborbonico della maggioranza dei cavesi. Nel 1834 si separarono anche Vietri e Cetara.
La colonna di marmo di ordine corinzio che si trova al centro di Piazza S. Francesco proviene da un tempio pagano: la croce sormontata è invece di fine '600.
Il 23 novembre 1535 l’imperatore Carlo V, famoso poiché sul suo impero non tramontava mai il sole, fu ospitato a Palazzo Ferrari al Borgo Scacciaventi e in suo onore furono creati due archi trionfali di mortelle all’ entrata ed all’uscita della Città.
Leopoldo Marcello nella sua opera ha menzionato di un tiglio di Cava sotto la cui chioma il poeta Torquato Tasso avrebbe scritto mentre studiava alla Badia. L’albero si trovava nella frazione di S.Cesareo, alto 30 metri, con una circonferenza di 4 metri e mezzo con una chioma di 16 metri e mezzo, fu distrutto da una bomba nella seconda guerra mondiale.
Nell'agosto del 1890 fu ripetuta straordinariamente e fuori tempo (cosa unica nella tradizione) la Festa di Castello, appositamente per compiacere Francesco Crispi, presidente del Consiglio dei Ministri e uno dei massimi collaboratori di Garibaldi nella spedizione dei Mille.
Il gioco dei colombi è una caratteristica rara e se ne trova usanza soltanto nell' Acodor, in Guascogna, nei Pirenei: in Spagna e Cava il sistema di caccia era pressoché identico perchè si basava sulle abitudini dei colombi di scegliere le strade più breve attraverso i valichi, quando emigravano verso il Sud nei mesi di ottobre e novembre per svernare in terre più calde.