Il 4 marzo 1956 il celebre regista e scrittore Mario Soldati scrisse sul suo diario: «Ho un armadietto nello studio, dove tengo sigari, sigarette, tabacco e pipe. Ma le pipe stavano tutte ammucchiate, alla rinfusa, in un angolo; e mi era scomodo, ogni volta, per scegliere quella buona, rovistare nel mucchio. Così, al falegname che era venuto per riparare le persiane avvolgibili, ho detto di farmi un piccolo scaffale per le pipe, da adattare dentro l’armadietto».

Tra questi sigari c’era quello da lui piu’ amato: il sigaro di Cava de’ Tirreni.

Al tempo in cui i fumatori potevano acquistare sigari Toscano direttamente dalle manifattura il famoso scrittore Mario Soldati era solito recarsi ai magazzini del Monopolio per scegliersi le confezioni dei propri sigari. Ma notò che quelli provenienti dalla Manifatture di Cava dei Tirreni presentavano un colore più chiaro e un gusto più dolce. Da estimatore qual era, non perse l'occasione per suggerire la produzione di un singolo Toscano innovativo con la caratteristica di essere più dolce e meno intenso. Grazie alla sua acutissima intuizione nasce nel 1982 il sigaro Toscano Garibaldi, così denominato per celebrare la ricorrenza del centenario della morte dell'eroe dei Due Mondi, uno dei maggiori estimatori dei sigari toscano.

Nel mese di giugno del 1999 con la morte di Soldati, stimato consumatore di sigari fino a novantatré anni, tutta la Manifattura di Cava si unì al dolore del figlio Giovanni, anch'egli un appassionato del sigaro di produzione metelliana, che decise di onorare il padre con un nuovo sigaro chiamato "Soldati", con lo stesso sapore del Garibaldi e la forma dell'Ammezzato Garibaldi.  Il sigaro "Soldati" fu lanciato sul mercato dopo essere stato presentato al Premio Strega del 2002. Purtroppo, il trascorrere del tempo ha portato alla dimenticanza della primogenitura del "Soldati", in quanto fu delocalizzata l’intera produzione a Lucca e fu prevista la trasformazione del sigaro in uno intero, lavorato nello Sri Lanka.