La natura

Il parco fluviale del Bonea

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Per secoli i monaci della Badia di Cava dei Tirreni, seguendo il corso del fiume Bonea raggiungevano a piedi la darsena di Fuenti dove erano ormeggiate le navi della potente flotta commerciale che partiva per lunghi viaggi nel Mediterraneo.

Nel millennio della fondazione dell'Abbazia è stato rpresentato una interessante progettualità di recupero del paesaggio con un percorso naturalistico simbolico ormai fisicamente scomparso nella memoria collettiva che parte dagli orti e dalla sistemazione irrigua dell'Abbazia attraversando il bosco fino alla frazione di Molina e biforcandosi finisce da un lato alla Marina di Vietri sul Mare e dall'altro vicino alla porto del Fuenti.

Sul percorso della valle del Bonea ritroviamo mulini e fabbriche e i resti di due antichi acquedotti ad arco sovrapposti, quello medievale immediatamente a valle dell'insediamento di Molina (travolto recentemente dall'alluvione e nel mese di maggio 2023 quasi completamente crollato) e l’acquedotto medievale nel vallone vicino all’abbazia. L'antico insediamento del Corpo di Cava e dell’Abbazia che nel 2011 ha festeggiato il millenario sono il punto di partenza di un parco fluviale che permetterebbe di ripercorrere tracce dell'antico percorso pedonale dei monaci.

La creazione di un percorso naturalistico puo’ essere reso fruibile con una serie di parate funzionali alla raccolta d'acqua per l'irrigazione dei giardini della Badia, attraversando l’acquedotto romano che è stato praticamente ricoperto della strada carrabile che lo lambisce ed alcuni mulini ad acqua con i relativi canali .

La passeggiata si biforca poi da un lato alla Molina e a Vietri sul mare con lo sbocco a mare del fiume Bonea e dall'altra parte raggiunge il santuario dell'avvocata a picco sul mare e la città di Maiori con il fiume del Reggina Maior, ricordando cosi i percorsi storici utilizzati dai monaci che diventano scenografiche passeggiate panoramiche e percorsi per trekking e mountain bike.

Passeggiata all' Eremo di San Liberatore

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Il percorso nasce ai piedi di San Liberatore, anticamente chiamato Buturnino, alto 466 metri s.l.m..

Chi proviene dalla frazione di Alessia percorre una stradina che conduce al valico detto La Valle. Sulla sinistra si puo' ammirare cio' che rimane del secolare e maestoso leccio, che raggiungeva i 7 metri di diametro e i 24 di altezza mentre al centro del campo invece, coperta dalla chioma di platani , vi è un "casino di caccia" ed in fondo, spostandosi sulla destra e seguendo un breve sentiero,si puo' osservare la torre detto "Piliero".

Sulla sinistra, in fondo si trova il sentiero che porta all'Eremo. Nel primo tratto troviamo aceri, lecci e roverelle. Proseguendo, nelle zone più soleggiate, prevalgono cespugli sempre verdi di piante aromatiche di mirto, lentisco, ginestra, rosmarino, timo, erica e corbezzolo: un misto di essenze dai vari colori ci portano nella parte piu' alta del sentiero dove si ammira il panorama dell'intero Golfo di Salerno.

Questo è il punto piu' bello del sentiero. Il pendio sottostante che va verso Vietri si ricopre di fioriture a seconda dei vari periodo dell'anno: dal blu dell'erba viperina, dal giallo delle ginestre al bianco dell'asfodelo. Nelle fessure della parte rocciosa e in piccoli anfratti, nel periodo settembrino, è possibile ammirare la campanula fragilis mentre nelle zone piu' aride, sul sentiero e alla somma del monte, fiorisco tra marzo e aprile varie specie di orchidee.

 

Monte San Liberatore

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Laddove la valle di Cava si restringe dando adito verso il mare al fiumicello Bonea, si erge con la sua caratteristica sagoma a gobba e con dirupi rocciosi un monte che connota inconfondibilmente il panorama: San Liberatore.

Sulla sua cima si leva una croce alta 18 metri, costruita negli anni '50 dello scorso secolo e illuminata di notte in una maniera ben visibile sia da Salerno che da Cava de' Tirreni.

Le piante officinali

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Lungo i vari sentieri che attraversano la valle metelliana è facile trovare piante che crescono spontaneamente ma che hanno notevoli proprietà terapeutiche. Sulla base dei precetti della Scuola Medica Salernitana e dalla tradizione orale, soprattutto contadina e popolare in genere, sono state tratte da queste piante ricette, liquori, sciroppi e decotti che hanno un potere salutare,terapeutico e lenitivo di notevole interesse.

La Pietrasanta

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La strada di Pietrasanta, alternativa alla Statale 18 che porta al Corpo di Cava, è stata frequentata nei tempi passati da numerosi personaggi in cerca di aria pura e di silenzio. Il paesaggio della zona era e rimane incantevole e da quel posto si contempla tutta la valle metelliana.

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